martedì 18 settembre 2012

Una canzone per te



Outing: quando si parla di "dediche" io penso immediatamente all'evergreen Per un'ora d'amore con Subasio. Renzo che manda un messaggio alla radio richiedendo una canzone che faccia capire a Lucia che è la sua unica ragione di vita con tanto di letterone strappabudella annesso. Tutto molto analogico, e io sono una che comunque il fascino dell'analogico continua a subirlo parecchio.

Devo però rassegnarmi al fatto che l'amore corre sull'etere, e ho quindi scoperto che il nuovo concetto di dedica si avvicina molto di più questo:


Stanley è un progetto di Digital Kitchen, il colosso della comunicazione che ha realizzato, per dirne una nel mucchio, la siglia di True Blood.
Il progetto, che non ha risvolti commerciali e si presenta invece come una performance, è stato lanciato il 20 luglio in occasione del Capitol Hill Block Party di Seattle e ha riscosso enorme successo in tutti e tre i giorni della manifestazione. Tanto i presenti quanto chi seguiva il party in streaming da ogni parte del mondo poteva semplicemente twittare a @StanleyPiano la propria richiesta musicale. Stanley, che per inciso è un vero pianoforte con meccanica completamente a vista, riceveva file in formato midi che grazie a un bombolone di programmazione venivano convertiti in impulsi fisici. Et voilà, let's play!
Alla fine della manifestazione Stanley si è preso una pausa, ma sbirciando il suo profilo Twitter sembra abbia ripreso l'attività.
Io nel frattempo ringrazio Psybass, che non mi dedica canzoni ma è il mio rifornitore ufficiale di materiale geek. E io preferisco.

lunedì 10 settembre 2012

Mese sabbatico

Non c'è niente che sia più geek di passare un mese lontana da qualsiasi aggeggio elettronico. Questo è il mio nuovo assioma e prendetelo per buono.


Agosto si è concluso e io sono letteralmente rinata.
Ho passato due meravigliose settimane in Salento; per motivi di cuore quando vado a Sud io giro a largo da Gallipoli e lo vivo invece da autoctona. Vado al mare, riposo il pomeriggio, mangio i fichi appena staccati dall'albero e mi approprio con qualche scivolone del dialetto. Queste due settimane in Salento mi hanno regalato un'iniezione di amore da e nei confronti di persone rare, mi hanno fatto respirare la pelle, mi hanno insegnato il valore del contatto con la terra. A me, che sono nata nel cemento e sono abituata ad avere una tangenziale a portata di mano.
Il Salento mi ha donato anche un'involontaria parentesi bionda, complici un sole che non conosce ombra e il sale dello Ionio. Il ritorno del mio rosso bomba che non ha tenuto ai bagni ha coinciso con il rientro alla normalità, e ho accolto entrambe le cose molto serenamente.


In tutto questo mi sono concessa rari contatti con il mondo virtuale accedendo ogni tanto a Facebook o a Twitter tramite telefono. Ora che me ne sto qui davanti al computer mi sembra tutto così gigante e abbagliante che mi chiedo come faccio a non diventar cieca durante tutto il resto dell'anno.

Questa estate si concluderà con un tatuaggio. Finora ho sempre pensato di essere ancora troppo indecisa, e ho invece capito che mancava il soggetto giusto. Ora che l'ho trovato e il momento è propizio si farà, è deciso.


Se penso alla tirata sui sassolini di un paio di mesi fa salterei dalla gioia per quanto mi sento meglio. Il bello di settembre è la pace interiore con cui affronto le prime piogge, la voglia di fare, l'entusiasmo con cui mi sto per imbarcare in una nuova avventura lavorativa in cui credo tantissimo e che non vedo l'ora di inaugurare. è la voglia di rivedere le amiche e il sorriso con cui entro nella mia nuova casa che ancora non ho avuto modo di vivermi a pieno. È il sorriso con cui mi accorgo che tutto quello che doveva sparire non c'è più, e tutto quello che doveva rimanere c'è ancora. È, e sarà, tutto il nuovo che volevo.

giovedì 26 luglio 2012

Half-Drag


Le due facce della stessa medaglia.
Il fotografo newyorkese Leland Bobbé immortala 30 Drag queen e realizza il progetto "Half-Drag - A different kind of beauty". Lunghe e faticose sedute di mezzo trucco, per una rappresentazione straordinariamente umana di una realtà poco conosciuta e molto ghettizzata.
Qui la gallery completa.

Be yourself!









venerdì 20 luglio 2012

Shell fail


Premetto che non sono un'ambientalista, e che alcuni attivisti ogni tanto mi mettono anche un po' di quell'ansia che associo alle sette.

Detto questo, grazie ad una condivisione su Facebook di Paolo Ratto sono venuta a conoscenza di uno dei più deliziosi megafail della storia della comunicazione.

In parole povere, la questione è la seguente: il clima se ne sta andando allegramente a puttane e il riscaldamento globale è in continua crescita. Come tutti tristemente sappiamo questo comporta un massiccio e preoccupante scioglimento dei ghiacciai, che interessa ovviamente anche quelli artici.
Quello che invece ancora non sapevamo è che finalmente Shell può andare a bucherellare qui e lì per accaparrarsi giacimenti petroliferi finora inaccessibili. Let's go!
L'idea geniale della società in questione è dunque quella di lanciare un contest per la creazione di una campagna pubblicitaria che sponsorizzi il suo intervento nell'Artico.

Ora, vorrei aprire una parentesi sui contest. Le multinazionali, e in generale le società dotate di capitali interessanti che lanciano questi concorsi promettendo imperitura gloria e visibilità planetaria sono una cosa ORRENDA. Orrenda e totalmente amorale. Il massimo cui possono aspirare i vincitori dei suddetti concorsi, molti dei quali sprecano idee veramente geniali, è una fornitura di prodotto e la presenza del proprio nome in una pagina secondaria del sito internet per... boh, tre giorni? Le società in questione invece vincono una campagna pubblicitaria assolutamente gratuita e ne detengono anche i diritti. Una cosa disgustosa.
Personalmente preferisco di gran lunga impiegare il mio tempo lavorando gratis per un amico. Il guadagno è identico, so chi sto pubblicizzando e ho molte più garanzie che il mio nome circoli.

Detto questo, se una società decide di ricorrere a questi beceri mezzucci, dovrebbe quantomeno verificare prima il proprio impatto sull'opinione pubblica.
Le compagnie petrolifere nella fattispecie dovrebbero sapere già di loro, senza bisogno di imponenti indagini di mercato, che il loro impatto sull'opinione pubblica è semplicemente pessimo.
La stupidità e l'arroganza umana però non hanno confini, ed ecco qui che la Shell apre sul proprio sito una sezione (attualmente in manutenzione) tramite la quale l'utente può selezionare una di quelle ipocrite immagini ecofriendly messe a disposizione e inserire la propria proposta di payoff. Terminato il lavoro, si carica sul sito. E appare immediatamente. Voglio dire, Blogspot ti dà la possibilità di mostrare i commenti solo dopo l'approvazione del gestore del blog. Possibile che in tutta la Shell non ci sia un accidenti di genio in grado di inserire un filtro ai contenuti caricati? O semplicemente ritenevano che nessuno sarebbe stato così ardito da attaccare una multinazionale così potente?

Ad ogni modo, questo è il meritatissimo risultato, e qui potete trovare la gallery completa.


Spero che l'ufficio marketing al completo stia attualmente nell'Artico, a scavare i pozzi con un cucchiaino.








giovedì 19 luglio 2012

Hipster branding

Outing: il germe dell'hipster è radicato in me dalla nascita. Da molto prima che il termine stesso giungesse alle mie orecchie. Nel quotidiano fingo spudoratamente di no, ma una parte di me è vomitevolmente radical chic. Fortunatamente ho anche vette cheap che equilibrano il tutto.

Detto questo, ecco una carrellata di loghi ultrafamosi rivisitati in chiave hipster dal design svizzero Dave Spengeler.

Wired ne ha parlato qui un po' di tempo fa, ma per me Wired ha cessato di esistere quando ha pubblicato "Il Vangelo secondo Steve Jobs". Quindi non conta.









Per inciso, se il logo selezionato per le Olimpiadi di Londra 2012 fosse stato questo invece di quell'orrore accecante che è, il mondo sarebbe migliore.

giovedì 12 luglio 2012

Humanae


G come Geek e come Giovedì!
Come la testata vi avrà fatto intuire, ogni giovedì potrete passare da queste parti e con assoluta certezza (mi auguro) trovare quanto di più divertente o imbarazzante o anche inutile la rete ci proponga.
Tra l'altro, ora ho nuovamente un tetto sulla testa e una rete con cui connettermi. Sono tornata alla vita.

Questa settimana vi propongo Humanae, meraviglioso progetto della fotografa e illustratrice brasiliana Angelica Dass.
Il progetto si basa sulla campionatura dei toni della pelle umana e sulla loro successiva conversione in codici Pantone che vengono applicati allo sfondo. Il fine è quello di catalogare tutte le possibili sfumature della carnagione. Una mazzetta molto più variegata di quanto si potrebbe pensare, in cui i mezzi busti sostituiscono i classici rettangoli monocromatici.

Il messaggio che ne deriva ha anche più valore dell'impatto estetico iniziale, e ci si augura giunga forte e chiaro agli occhi e alle orecchie di chi è ancora così becero da usare il colore della pelle come metro di giudizio. Siamo tutti "di colore". Semplicemente ognuno con un codice diverso dall'altro.

Be human!